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Per volere del ministro della U.S. Navy Welles viene organizzato un
convoglio destinato a soccorrere la guarnigione di Fort Sumter, un isolotto
fortificato nella baia di Charleston, asserragliata all'interno già dal 26
dicembre dell'anno precedente. Il convoglio, costituito dalla pirofregata
Powhatan e da quattro piroscafi, salpa in giornata ma, a seguito di un
ordine del Segretario di Stato nordista Seward, la Powhatan viene
dirottata verso Pensacola, a difesa della guarnigione di Fort Pickens.
All'alba del 12 aprile le postazioni confederate di James Island, Fort Moultrie e Cummings Point,
appoggiate da una batteria galleggiante, aprono il fuoco contro Fort Sumter. Il convoglio nordista
raggiunge la baia di Charleston nello stesso giorno dell'attacco in tarda mattinata ma, un poco per
le avverse condizioni meteorologiche, un poco per la mancanza di unità di scorta, non riesce a
dare alcun contributo alla difesa del forte. La guarnigione nordista, al comando del maggiore
Anderson, si arrende il 14 aprile.
Inizia il blocco navale delle coste atlantiche confederate da parte della
marina unionista (U.S. Navy) con l'arrivo di una unità davanti al porto di
Charleston. Nei primi giorni di maggio la Squadra del Potomac ed un'altra
formazione, costituita da quattro vascelli, comincia a controllare il fiume
Potomac e le coste della Virginia.
Nello stesso giorno una piccola squadra unionista al comando del
commodoro Hiram Paulding giunge davanti a Norfolk per salvare il
salvabile. L'importante arsenale ivi presente, nel territorio della Virginia, rischia di cadere in mano
confederata. Al momento della secessione dello stato l'arsenale è al comando del commodoro
McCauley, di fede unionista, mentre la maggioranza degli ufficiali è di fede sudista. All'arrivo della
squadra la situazione è ormai compromessa: gli ufficiali sudisti hanno rassegnato le dimissioni, i
tecnici dell'arsenale hanno abbandonato i propri posti di lavoro, i depositi di munizioni della zona
sono stati saccheggiati e le forze confederate hanno messo in postazione le batterie destinate a
battere l'arsenale. Le unità presenti in quel momento, il Merrimack, il Germantown ed il
Plymouth sono affondati dai propri equipaggi. Paulding, vista la situazione, riesce a portare al
sicuro la pirofregata Cumberland rimorchiandola, mentre il brigantino Dolphin e sei vecchie navi
non più utilizzabili sono fatte saltare all'alba del 21 aprile. Poche ore dopo i sudisti prendono
possesso dell'arsenale abbandonato dai nordisti in fuga. La caduta dell'arsenale di Norfolk
provoca alle forze nordiste la perdita di oltre 2000 cannoni. Riescono però a conservare il controllo
del caposaldo di Fort Monroe che, trovandosi sulla penisola formata dai fiumi York e James,
costituisce un efficace punto di controllo della baia di Hampton Roads.
L'incrociatore nordista Saratoga, al comando di Alfred Taylor, cattura la nave negriera
Nightingale di Boston, diretta a New York. A bordo ha 961 schiavi.
La Squadra del Potomac, al comando del capitano di fregata James H. Ward, costituita dalle tre
piccole cannoniere a vapore Anacostia, Resolution e Freeborn, cannoneggia le batterie
costiere installate dai sudisti a Aquia Creek, al fine di interrompere le linee ferroviarie di
comunicazione fra Washington e Baltimora. In poco meno di due ore le batterie nemiche sono
ridotte al silenzio. L'azione dimostra l'importanza delle vie d'acqua interne nell'attuare il disegno
strategico che mira al controllo delle linee di comunicazione.
Con l'obiettivo di controllare le bocche d'accesso dei canali che mettono in
comunicazione il mare aperto con la città di New Orleans, ottimo rifugio
per i violatori di blocco, le pirofregate unioniste Powhatan e Brooklyn si
posizionano in modo da bloccare rispettivamente il Southwest Pass e il
Pass à l'Outre. Nonostante la presenza di queste unità, ai primi del mese
il piroscafo armato confederato Sumter, al comando del capitano di fregata Raphael Semmes,
riesce ad eludere la sorveglianza del Powhatan e a cominciare subito dopo, nella zona delle
Antille e delle coste brasiliane, la guerra al traffico mercantile unionista.
Allo scopo di acquisire il controllo delle lagune della Carolina del Nord
(note come Pamlico Sounds), utilizzate dai violatori di blocco per far
transitare armi e munizioni alle forze sudiste, una squadra unionista al
comando del commodoro Silas Stringham, si presenta davanti al canale di
Hatteras, principale punto di entrata nelle sounds. La squadra è composta
dalle pirofregate e pirocorvette Wabash, Minnesota, Monticello,
Susquehanna, Pawnee e Cumberland, dal piroscafo armato Harriett Lane e dalle unità da
trasporto Adelaide, George Peabody e Fanny, su cui sono imbarcati 900 marines al comando
del maggior generale B. F. Butler. L'azione contro Fort Clark e Fort Hatteras inizia il 28 agosto con
lo sbarco dei marines ed il bombardamento dei forti. Il giorno dopo i sudisti, sottoposti
ininterrottamente al bombardamento, si arrendono.
Al fine di rendere più efficace il blocco delle coste confederate, la marina
unionista organizza la flotta in quattro squadre: la Flotta dell'Atlantico,
suddivisa in quella settentrionale e meridionale, agli ordini rispettivamente
dei comandanti Goldsborough e Du Pont e la Flotta del Golfo, suddivisa in
quella orientale e occidentale, agli ordini rispettivamente dei comandanti
McKean e Farragut.
Una squadra d'assalto sbarcata dalla pirofregata unionista Colorado riesce a distruggere il
vascello corsaro sudista Judah, in allestimento presso l'arsenale di Pensacola.
La squadra unionista al comando del commodoro McKean, costituita dalle pirocorvette
Richmond, Vincennes, Preble e Water Witch, raggiunge la bocca del canale detto "Testa dei
passi". La posizione è a circa 15 miglia a nord di dove il Mississippi sfocia, con una miriade di
canali, sul Golfo del Messico. Avutane notizia, la flottiglia confederata del commodoro J. S. Hollins,
posta a difesa di New Orleans, passa subito all'attacco. Formata da sette cannoniere fluviali e
dall'ariete corazzato Manassas, la flottiglia sorprende le forze unioniste che, per sottrarsi al fuoco,
con manovre errate, portano le unità Richmond e Vincennes a incagliarsi nei pressi di Pillottown.
Nonostante il fuoco confederato contro le due unità, il piroscafo McClellan riesce a disincagliare
le due unità che, con il resto della squadra unionista vanno ad ancorarsi su alti fondali, fuori dai
canali. La flottiglia di Hollins rientra indenne a New Orleans salutata calorosamente dalla
popolazione.
Una squadra unionista composta da 50 unità fra naviglio combattente e ausiliario, guidata dalla
pirofregata Wabash, muove da Hampton Roads allo scopo di conquistare la città di Port Royal,
equidistante da Savannah e da Charleston, sulle coste della Carolina del Sud. Il controllo della
zona consentirà agli unionisti di fornire il necessario appoggio logistico alle flotte di blocco. La
squadra, al comando dell'ammiraglio Du Pont, è articolata in due formazioni combattenti: la prima
composta dalle pirofregate Wabash e Susquehanna, dalle pirocorvette Mohican, Seminole e
Pawnee, dalle cannoniere Unadilla, Ottawa e Paulina e dalla corvetta a vela Vandalia,
rimorchiata dal piroscafo Isaac Smith, ha il compito di cannoneggiare le postazioni confederate.
La seconda, con il compito di contrastare la reazione del naviglio avversario, è costituita dalle
cannoniere Bienville, Seneca, Curlew, Penguin e Augusta. La squadra è rinforzata da un
corpo d'armata dell'esercito al comando del generale T. W. Sherman. Dopo cinque giorni di
navigazione le unità nordiste danno fondo davanti al canale d'accesso a Port Royal, difeso dai forti
Walker e Beauregard, e dalla flottiglia di tre cannoniere fluviali agli ordini del commodoro Tattual. Il
9 novembre inizia il cannoneggiamento dei forti da parte delle forze nordiste. Poiché appare subito
evidente la superiorità dei cannoni nordisti su quelli confederati, il commodoro Tattual decide di
disimpegnarsi. A metà giornata i confederati evacuano Fort Walker e, al tramonto, evacuano
anche Fort Beauregard. Poco dopo le truppe del generale Sherman occupano i forti.
Le cannoniere nordiste Tyler, Lexington e Conestoga conquistano alcune posizioni sudiste nei
pressi di Belmont, fornendo il fuoco di copertura ai circa 3.000 uomini del generale Grant che,
dopo alcuni giorni di combattimenti, riescono a fare arretrare verso oriente le forze confederate del
generale Leonidas Polk.
La pirofregata unionista San Jacinto intercetta, nelle acque delle Bahamas, il piroscafo postale
Trent, salpato il giorno prima dall'Avana. A bordo del Trent si trovano i due emissari confederati
James Mason e John Slidell, diretti in Europa per acquistare materiale bellico, che vengono
arrestati e portati a bordo dell'unità unionista. Per reazione gli inglesi, sollecitati dalla
Confederazione che vede di buon occhio un intervento armato contro l'Unione, schierano le truppe
lungo il confine canadese. L'incidente diplomatico viene chiuso rapidamente con la consegna dei
due emissari confederati alle autorità inglesi di Boston.
La unità unioniste Richmond e Niagara, aiutate dai cannoni di Fort Pickens, iniziano il
bombardamento di Fort McRae, in mano confederata. L'azione si conclude il giorno dopo senza
avere provocato danni rilevanti alle difese del forte.
La U.S. Navy, al fine di consolidare i propri avamposti sulla fascia costiera della Carolina del Sud,
intraprende una serie di ricognizioni limitate in profondità nella fitta rete di canali accessibili
solamente alle piccole unità dei violatori di blocco. Scopo principale è quello di ottenere
informazioni sulle difese costiere nemiche. Piccoli nuclei di cannoniere fluviali, integrati anche da
unità della guardia costiera, effettuano spedizioni a partire dall'area fra Beaufort e Hilton Head, agli
ordini dei capitani di fregata C. R. P. Rodgers e Percival Drayton. Le azioni più importanti si
svolgono il 5 (a Saint Helena Sound), l'11 (sul fiume Ogeeche) e il 16 (sul fiume North Edisto).
Una formazione nordista agli ordini del comandante Rodgers risale il fiume Beaufort, nella
omonima zona, con l'obiettivo di congiungersi ad un reggimento dell'esercito al comando del
generale Stevens. L'azione inizia il giorno successivo con il bombardamento operato dalle
cannoniere fluviali nordiste ai danni delle difese confederate. Le forze confederate sono costrette a
riparare a nord abbandonando la zona costiera.
Viene varato dalla marina unionista presso i cantieri Greenpoint di New
York il monitore corazzato Monitor.
Una formazione navale nordista al comando del contrammiraglio Louis M.
Goldsborough giunge nell'Hatteras Inlet con l'obiettivo di occupare l'isola
di Roanoke e ripristinare l'autorità di Washington sulla regione di Pamlico e
Albermarle Sounds, oltre che conseguire l'obiettivo strategico di interrompere l'importante linea
ferroviaria fra Richmond ed il porto di Willington. L'operazione prevede la collaborazione di ingenti
forze terrestri, per un totale di 17.000 uomini, al comando del generale A. E. Buruside. La squadra
nordista è costituita da 19 cannoniere, di dislocamento variabile dalle 200 alle 700 tonnellate,
alcune dotate di propulsione a elica e altre con ruote a pale. Mentre il comando tattico è affidato al
capitano di fregata S. C. Rowan, imbarcato sulla cannoniera Delaware, il contrammiraglio
Goldsborough ha l'insegna sulla cannoniera Southfield. Nove giorni dopo l'arrivo in zona la
squadra nordista entra nella laguna di Pamlico e si appresta ad assumere il controllo della laguna
di Albermarle, unita alla prima da un canale molto stretto in cui si trova l'isola di Roanoke. Le
difese sudiste sono costituite dai forti Fort Hinger, Fort Blanchard e Fort Bartow, sull'isola di
Roanoke, da Fort Forrest sulla costa occidentale del canale Croetau e da una flottiglia di otto
cannoniere al comando del commodoro Lynch. Per la natura dei fondali e la presenza di ostruzioni
messe in opera dai confederati, la sola via praticabile dalle unità nordiste è il canale ad ovest
dell'isola. Con le cannoniere disposte su due linee avanzate ed i sette trasporti in posizione
arretrata, i nordisti iniziano l'azione cannoneggiando i forti e le cannoniere sudiste. Dopo poche
ore cinque di esse, danneggiate, sono costrette a ritirarsi verso il nord, mentre Fort Bartow cessa il
fuoco. A seguito della diminuita reazione difensiva i nordisti riescono a stabilire una testa di ponte
sull'isola di Roanoke che, il giorno dopo, nonostante i contrattacchi avversari, è forte di circa
10.000 uomini.
Una forza d'attacco unionista, costituita dalla Cincinnati, nave ammiraglia del commodoro Foote,
Carondelet, De Kelb, Conestoga, Tyler, Lexington e un corpo di sbarco di 17.000 uomini al
comando del generale Grant, muove all'attacco dei forti Henry e Donelson. I forti sono ubicati sulle
anse dei fiumi Tennessee e Cumberland rispettivamente. Poiché con la loro posizione
controllavano la navigazione fluviale e interdivano ad eventuali formazioni navali i tentativi di
forzare le linee sudiste, i generali Halleck e Grant pianificarono il 23 gennaio il loro attacco. Il 4
febbraio le truppe del generale Grant prendono terra 15 km a sud di Fort Henry e si attestano su
posizioni favorevoli per impedire ai sudisti di rinforzare le proprie posizioni. L'attacco inizia il 6
febbraio con l'azione combinata delle forze terrestri e della squadra del commodoro Foote. I
confederati sono in breve costretti alla resa. Nel corso dell'azione la cannoniera nordista Essex
viene danneggiata dal tiro avversario e costretta a ritirarsi. In risposta alla minaccia nordista i
confederati creano una flotta fluviale per la difesa del Mississippi. Il 6 febbraio la prima cannoniera
corazzata entrata in servizio, ricavata dalla conversione di un piroscafo fluviale, viene catturata,
dopo varie vicissitudini, dai nordisti. Nell'agosto successivo entrerà a far parte della flotta unionista
con il nome di Eastport. Per sfruttare il vantaggio conseguito con la cattura di Fort Henry il
generale Grant dispone una ricognizione offensiva lungo il Tennessee. L'azione, condotta dal
commodoro Foote con le unità Tyler, Lexington e Conestoga, frutta la distruzione di sei
piroscafi e la cattura della cannoniera confederata C. E. Hillman.
Al mattino, dopo che i piroscafi hanno sbarcato i reggimenti, la flottiglia di Foote inizia il
bombardamento di Fort Donelson. Gli artiglieri confederati, posti in posizione particolarmente
favorevole, riescono dopo alcune ore di cannoneggiamento a colpire gravemente la Pittsburgh,
la Louisville e la De Kelb. Queste, scortate dalla Carondelet e da due cannoniere non protette,
sono costrette a ritirarsi dall'azione. Nonostante la disfatta della U. S. Navy le truppe del generale
Grant riescono ad avere ragione del forte il 16 febbraio. Nella concitazione di quei momenti 2500
soldati confederati riescono ad imbarcarsi su alcuni piroscafi e a mettersi in salvo.
Nei primi giorni del mese un gruppo navale nordista costituito dalle fregate a vela Cumberland,
St. Lawrence e Congress, dalle pirofregate Minnesota e Roanoke e da alcune cannoniere,
prende posizione nella baia di Chesapeake per coprire lo sbarco dell'Armata del Potomac, forte di
100000 uomini, a Fort Monroe. L'operazione è parte integrante del piano concepito dal generale
McClellan che ha come obiettivo strategico la conquista di Richmond.
L'ariete corazzato sudista Virginia, al comando del capitano di vascello Franklin Buchanan, lascia
l'arsenale di Norfolk scortato dalle cannoniere Beaufort e Raleigh. Dopo essersi congiunto con
alcune unità provenienti dal fiume James, dirige rapidamente verso la formazione nordista giunta
nei giorni precedenti a protezione dello sbarco a Fort Monroe. Il Virginia è derivato dalla
pirofregata nordista Merrimack, abbandonata l'anno precedente nell'arsenale di Norfolk, e
rappresenta una unità mai vista prima. Infatti ha un ridotto centrale corazzato al cui interno c'è
tutto l'armamento. Una volta venuto in contatto con la flotta unionista, Buchanan dirige il tiro del
Virginia contro il Cumberland e il Congress. Sebbene sottoposto al fuoco delle unità nordiste il
Virginia non soffre alcun danno e, perseguendo nell'azione di distruggere il Cumberland,
manovra al fine di speronarlo. La manovra riesce e l'unità cola a picco portando con sé 121 dei
376 uomini dell'equipaggio. L'attenzione del Virginia è ora rivolta al Congress che, nel frattempo
si è portato su bassi fondali. Dopo alcune ore di cannoneggiamento anche il Congress viene
distrutto. Nell'azione le cannoniere confederate subiscono danni e lo stesso Buchanan viene ferito.
Poiché la giornata è finita e la luce scarseggia questo decide di rompere il contatto e andare ad
ancorarsi a Sewells Poit. Nel corso dell'azione le altre unità nordiste cercarono di raggiungere il
luogo dello scontro ma furono tenute a bada dalle altre unità confederate. In questa fase il
Minnesota fu ripetutamente colpito dopo essersi incagliato su un basso fondale. La battaglia di
Hampton Roads si era conclusa con la disfatta della U. S. Navy che, oltre al naviglio perso, ha
perso anche il controllo dell'importante area.
In risposta alle disavventure del giorno precedente la U. S. Navy aveva in serbo una nuova unità.
Il monitore corazzato Monitor. Nelle prime ore della giornata le vedette confederate avvistano una
strana unità che si dirige in direzione del Minnesota. Anche il Virginia è in rotta per raggiungere
l'unità nordista e distruggerla. Le due unità si fronteggiano per circa tre ore cannoneggiandosi.
Entrambe subiscono danni e lamentano feriti ma, attorno a mezzogiorno, il Virginia decide di
ritirarsi a Norfolk lasciando campo libero al Monitor. Sebbene lo scontro non abbia avuto un
vincitore l'azione si conclude con una vittoria strategica dei nordisti che, oltre a salvare le altre
unità, hanno impedito ai confederati di conquistare la supremazia e di minacciare l'Armata del
Potomac.
L'Isola N. 10, in mano confederata, viene costretta alla resa dopo che il 4 aprile le cannoniere
Carondelet e Pittsburg riescono a forzare gli sbarramenti nemici e a congiungersi con le truppe
del generale Pope a New Madrid.
Il capitano di vascello David G. Farragut, al fine di riconquistare New Orleans, oltrepassa la Testa
dei Passi e si dispone con i suoi battelli-mortaio in modo tale da colpire i forti Jackson e St. Philip.
Le difese confederate della città, oltre che dei forti, si avvalgono di due formazioni navali poste al
comando del capitano di fregata Whittle. La prima, al comando del capitano di fregata John K.
Mitchell, comprende gli arieti corazzati Manassas, Louisiana (in fase di completamento),
Mississippi (in costruzione) e una flottiglia di 12 tra cannoniere e piroscafi armati. La seconda,
che fa parte della "Mississippi River Defence Fleet", è formata da 12 cannoniere ricavate dalla
conversione di alcuni piroscafi fluviali. La flotta unionista comprende 17 unità (5 tra pirofregate e
corvette e 12 cannoniere) e una flottiglia di 21 battelli-mortaio, ottenuti montando un obice da 330
mm su piccole imbarcazioni, agli ordini del capitano di fregata David Porter. Nave ammiraglia di
Farragut è l'Hartford. Una volta presa posizione a circa tre miglia a valle dei forti, alle ore 10.00, i
battelli-mortaio aprono il fuoco contro Fort Jackson. Il bombardamento prosegue, quasi senza
soluzione di continuità, fino al 23 aprile, senza conseguire risultati apprezzabili. Per questo
Farragut decide di forzare lo sbarramento dei forti e dei relitti affondati dai confederati. Divide la
sua squadra in tre gruppi: il primo, al comando del capitano di vascello T. Bailey, comprende 8
unità, tra cui il Cayuga; il secondo gruppo è guidato dallo stesso Farragut e comprende le unità
Hartford, Brooklyn e Richmond; il terzo gruppo, guidato dal capitano di vascello H. H. Bell, è
composto da 6 cannoniere. All'alba del 24 aprile avviene lo scontro: il Cayuga penetra per primo
nello sbarramento ed in pochi istanti inizia un violento duello tra le artiglierie navali e quelle
costiere. Nello scontro intervengono anche il Manassas e le cannoniere confederate Governor
Moore e McRae, che causano danni limitati al Mississippi e al Richmond. All'alba del 25 aprile
la squadra di Farragut, dopo avere forzato il passaggio dei forti, dà fondo in località Quarantena.
Nel corso dell'azione Farragut ha perso la cannoniera Varuna e 33 uomini, oltre a 171 feriti. Per
contro la marina confederata, ad eccezione della Louisiana e delle cannoniere Defiance e
McRae, ha perso tutto il naviglio, unitamente a 100 uomini e altrettanti feriti.
Gli uomini del generale Butler entrano in New Orleans dopo che le forze navali di Farragut hanno
costretto alla resa la guarnigione di Fort Jackson. Nel corso delle azioni per la presa della città la
marina confederata perde il Louisiana e il Mississippi, incendiati entrambi dagli equipaggi prima
della resa.
La pirocorvetta Brooklyn e tre cannoniere unioniste salpano da New Orleans per risalire il
Mississippi ed attaccare Vicksburg, l'ultimo serio ostacolo al controllo del fiume. Nei giorni
successivi le unità sono seguite da Farragut, nel frattempo nominato contrammiraglio, a bordo
dell'Hartford, e da alcuni piroscafi che trasportano le truppe per l'assalto. La squadra nel suo
complesso raggiunge Vicksburg il 12 maggio senza incontrare resistenza dopo avere occupato
Baton Rouge e altri centri minori, che si arrendono senza opporre resistenza. Una volta davanti a
Vicksburg Farragut si rende conto che le forze confederate hanno rafforzato le proprie postazioni
difensive e che le forze di cui dispone non sono sufficienti ad averne ragione. Decide perciò di
ritornare a New Orleans, dove giunge il 28 maggio.
Una formazione navale nordista agli ordini dell'ammiraglio Goldsborough e composta dal Monitor,
dalla cannoniera corazzata Galena e dai piroscafi Aroostook, Port Royal e Nangatuck attacca
Fort Darling, nei pressi di Drewry's Bluff, e la cannoniera Patrick Henry. L'azione si conclude con
il danneggiamento del Galena ed il ripiegamento verso sud delle forze nordiste.
Il contrammiraglio Davis, al comando di cinque cannoniere nordiste e di alcuni arieti corazzati,
riconquista la città di Memphis con una azione combinata con le forze terrestri. Nel corso
dell'attacco l'intera squadra confederata, costituita da otto unità, viene distrutta, con la sola
eccezione del Van Dorn che riesce a salvarsi. Nell'abbandonare la città i sudisti incendiano la
corazzata Tennessee, in costruzione in uno dei cantieri della città.
Le cannoniere nordiste Mound City, De Kelb, Lexington e Conestoga attaccano alcune
batterie confederate a St. Charles, sul White River. Un contingente di truppe, trasportato da
piroscafi, riesce a catturare le postazioni avversarie.
Dopo i successi di Davis a Nord la squadra di Farragut si trova di nuovo davanti a Vicksburg, che
viene sottoposta a bombardamento a partire dal giorno successivo. Il potente dispositivo difensivo
messo in piedi dai confederati impedisce alle truppe trasportate da Farragut di prendere terra. Per
questo il 28 decide di oltrepassare le difese confederate, così da congiungersi alle forze di Davis.
Senza aspettare l'offensiva generale, il ministro della confederazione Mallory ordina che la
corazzata Arkansas, in costruzione presso un cantiere sul fiume Yazoo, fosse messa in
condizione di combattere. A metà luglio la nave è pronta e subito ingaggia un combattimento con
due cannoniere ed un ariete corazzato nordisti che erano risaliti lungo il corso dello Yazoo.
L'Arkansas riesce a distruggere la Carondelet e, nell'inseguire le altre unità nordiste, qualche
ora dopo, in corrispondenza della confluenza tra lo Yazoo e il Mississippi, si trova di fronte l'intera
squadra di Farragut, costituita da quattro pirofregate, nove cannoniere e altre unità minori. Nello
scontro che ne segue l'Arkansas riesce a tenere testa alla formazione nordista, danneggia
almeno tre cannoniere ed alla fine dello scontro entra a Vicksburg festeggiata dalla popolazione.
Dopo lo scontro Farragut decide di ricongiungersi a sud della città con la Brooklyn, alcune
cannoniere ed i battelli mortaio, così da attaccare in forze l'Arkansas. Dopo circa una settimana di
cannoneggiamenti in cui la corazzata confederata tiene testa alle forze nemiche, che subiscono
ulteriori danni, la cannoniera Essex e l'ariete Queen of the West affrontano l'unità. Lo scontro
avviene il 22 luglio senza successo per le forze unioniste perché l'Arkansas, nel dimostrare la sua
superiorità, infligge ulteriori danni e perdite tra gli equipaggi unionisti.
Salpa dal porto britannico di Birkenhead, al comando di Raphael Semmes, l'incrociatore
Alabama, acquistato dalla C. S. Navy. Nel corso della sua vita operativa, svolta nell'Atlantico
Centrale e nel Golfo del Messico, riesce ad affondare 69 unità avversarie.
Nel corso di una azione in appoggio alle truppe terrestri la corazzata confederata Arkansas è
costretta ad arenarsi a seguito di una grave avaria all'apparato motore. La cannoniera nordista
Essex approfitta della situazione per distruggerla.
La cannoniera nordista Cairo affonda per urto contro una mina.
L'incrociatore confederato Alabama affonda l'incrociatore ausiliario nordista Hatteras.
Le corazzate confederate Chicora e Palmetto State attaccano la squadra di blocco dell'Atlantico,
al comando del contrammiraglio Du Pont, al largo della città di Charleston, principale porto di
approdo dei violatori di blocco. Nel corso dell'azione le due corazzate hanno la meglio sulle unità
nordiste e riescono a danneggiare i piroscafi Mercedita e Keystone State.
L'ariete nordista Queen of the West affonda il piroscafo confederato City of Vicksburg. Circa
dieci giorni dopo il Queen of the West viene catturato dai sudisti che, il 24 febbraio, riescono ad
impadronirsi anche della cannoniera corazzata Indianola.
Con l'intento di conquistare la città di Vicksburg i nordisti attaccano sia dal fronte terrestre che
navale. Il contrammiraglio Porter, al comando di 10 unità, tra cui due arieti e due grosse
cannoniere corazzate, inizia a bombardare Fort Pemberton. Il bombardamento dura fino al 16
marzo ma, a seguito dei danni subiti a causa della reazione avversaria, è costretto a ritirarsi. E' il
terzo tentativo di conquistare Vicksburg che fallisce.
Una squadra nordista costituita da cinque cannonere corazzate e quattro battelli-mortaio, al
comando di Porter, inizia la discesa del Deer Creek per portare un attacco tra Vicksburg e Port
Hudson. Il 19 la squadra si viene a trovare circondata dalle batterie avversarie e, nell'impossibilità
di manovrare nello stretto corso d'acqua, grazie al soccorso prestato dalle truppe del generale
Sherman, riesce a disimpegnarsi risalendo il Deer Creek a marcia indietro. Nell'ambito dello
stesso attacco il contrammiraglio Farragut il giorno 14 riesce a oltrepassare le fortificazioni di Fort
Hudson con l'Hartford e la cannoniera Albatros, che fanno parte di una squadra composta da
altre tre pirocorvette e due cannoniere d'altura. Il giorno 20 le unità di Farragut si incontrano con
due arieti della squadra di Porter. Tutte le unità nordiste sono bersagliate dal fuoco delle batterie
confederate di Grand Gulf. Farragut prende atto dell'impossibilità di avere ragione delle difese
confederate e si disimpegna ritornando verso sud, andando ad ancorarsi alla confluenza tra il
Mississippi ed il Red River.
La squadra di blocco di Du Pont, rinforzata con i monitori corazzati Passaic, Weekhaven,
Montauk, Papapsco, Catskill, Nahant, Nantucket e con le due grandi unità d'altura Keokuk e
New Ironsides forzano la rada di Charleston. La reazione delle artiglierie confederate, soprattutto
quelle di Fort Moultrie, costringe Du Pont a ritirarsi, lasciando sul teatro dello scontro il Keokuk
che affonda. Qualche giorno dopo arriva da Washington la decisione di sostituire Du Pont con il
contrammiraglio Dahlgren.
La presa di Vicksburg è diventata imperativa. Il generale Grant pianifica perciò un'operazione
congiunta marina - esercito. Il Mississippi Squadron di Porter, costituito da 10 cannoniere
corazzate, tre piroscafi e altro naviglio minore, ha il compito, per una parte, di forzare da nord le
difese di Vicksburg, mentre per l'altra di stazionare a monte della città. Nel corso della notte le
difese confederate si avvedono del tentativo di forzamento e con la loro violenta reazione
provocano l'affondamento di un piroscafo ed il danneggiamento delle altre unità. Nonostante tutto
Porter riesce a oltrepassare le postazioni confederate ed il 29 attacca le fortificazioni di Grand
Gulf. Tre ore di intenso fuoco di artiglieria obbligano Porter a ritirarsi. Nonostante l'insuccesso
della squadra l'azione combinata delle truppe di Grant e Sherman, che si ricongiungono il 19
maggio, obbliga l'intera Armata confederata del Mississippi a rifugiarsi all'interno delle fortificazioni
di Vicksburg. Nel corso delle azioni navali condotte per la presa della città la marina nordista mette
in campo per la prima volta gli arieti corazzati Lancaster e Switzerland, al comando di Porter, e
le pirofregate Mississippi e Monongahela, agli ordini di Farragut.
Il generale Grant, dopo un tentativo fallito, sferra un attacco alle difese di Vicksburg appoggiato
dalle unità del contrammiraglio Porter. Anche questa volta il tentativo fallisce. Le forze confederate
nel corso dell'azione riescono a danneggiare gravemente la cannoniera Tuscumbia e ad
affondare, cinque giorni più tardi, la cannoniera Cincinnati. Vicksburg cadrà comunque il 4 luglio
insieme a Port Hudson, attaccato dalle truppe del generale Banks e dalle unità del
contrammiraglio Farragut. Con la caduta delle due piazzeforti i nordisti controllano il corso del
Mississippi dal Kentucky al Golfo del Messico. Il Mississippi Squadron viene dislocato lungo il
corso del fiume da Cairo fino al Red River e sulle altre vie d'acqua settentrionali. Le forze navali al
comando di Farragut si occupano del controllo sul basso corso del fiume. Una importante aliquota
di naviglio viene dedicata al blocco delle coste confederate nel Golfo del Messico.
La flotta nordista agli ordini di Dahlgren inizia il bombardamento di Fort Wagner con l'intento di
fare attestare le truppe del generale Gillmore sul lato meridionale della rada di Charleston. La
reazione delle forze confederate costringe i nordisti alla ritirata.
Inizia il bombardamento nordista contro Fort Sumter e la città di Charleston che si protrarrà fino al
22 settembre. Contemporaneamente la New Ironsides cannoneggia Fort Wagner. I confederati
sono costretti ad evacuare quest'ultima posizione fortificata e Morris Island. Fort Sumter per contro
riesce a ricacciare indietro le unità di Dahlgren. Dopo una breve pausa, in cui i contendenti
provvedono al rafforzamento delle proprie batterie, il bombardamento nordista riprende il 22
ottobre per terminare il 6 dicembre. Fort Sumter è ridotto ad un ammasso di macerie ma, ancora
una volta, le truppe confederate rifiutano di arrendersi.
La guerra navale si arricchisce di una nuova arma. Debutta sulla scena il David, una silurante
sommergibile. Al comando del tenente di vascello W. T. Glassell attacca la corazzata nordista New
Ironsides, alla fonda davanti a Fort Sumter. Il David è dotato di un siluro sistemato su un'asta
prodiera, che esplode poco al disotto della linea di galleggiamento. L'unità nordista è danneggiata
gravemente mentre l'esplosione investe il David. Glassell, sbalzato in acqua, riesce a salvarsi
mentre gli altri due uomini di equipaggio riescono a riprendere il controllo del battello e a riportarlo
nel porto di Charleston.
Cronologia generale